Pianta della famiglia delle
Plantaginaceae, distribuita in Europa, Asia ed Africa settentrionale. In Italia
è presente dal mare alla regione alpina, nei prati, nei campi, ai bordi
delle strade e in genere in tutti i luoghi
erbosi.
GENERALITÀ La
piantaggine è una pianta erbacea perenne con corto rizoma, da cui si
originano diverse radichette fascicolate
sottili. Dal rizoma si sviluppano le foglie,
disposte a rosetta. All'ascella di queste foglie nascono i fusti fruttiferi, che
portano numerosi fiori e frutti in una spiga composta, alta fino a 30 cm. Le
foglie hanno forma ovale o ellittica, sono grandi e presentano un apice ottuso.
Sono picciolate e si inseriscono direttamente a diversi livelli sul
rizoma. La superficie fogliare è glabra;
raramente la pagina inferiore presenta tomentosità. Le nervature hanno
andamento parallelo, dalla base all'apice. I fiori
sono raccolti in una infiorescenza a spiga, composta da numerosi elementi che
presentano un calice diviso in quattro sepali e una corolla piccola tubolare che
si divide in quattro petali di forma acuta. Il
frutto è una piccola capsula di forma ovale allungata, racchiusa nella
parte inferiore dal calice e dalla corolla che sono persistenti. Contiene
numerosi semi piccoli, neri, con superficie
rugosa. Per scopi terapeutici si utilizzano le
foglie e i semi.
IMPIEGO
TERAPEUTICO Le radici, le foglie e i semi della
piantaggine posseggono proprietà mucillaginose e astringenti che ne
determinano l'impiego come depurativo, calmante e addolcente, nei catarri
cronici dei bronchi, delle vie urinarie e degli organi
digestivi. La piantaggine viene anche comunemente
utilizzata per la terapia dell'asma, della diarrea e delle gastriti. Sulle
mucose, soprattutto del cavo orale, esercita attività antiinfiammatoria e
calmante. Esternamente esercita azione
antiinfiammatoria e antipruriginosa ed è perciò particolarmente
indicata per la cura delle tracheiti e delle gengiviti. Inoltre cura le ustioni,
le dermatiti e l'acne. I semi hanno
proprietà regolatrici del transito intestinale e decongestionanti a
livello gastroenterico e bronchiale. I principi
attivi della piantaggine sono: mucillagini, sostanze amare, tannini e
glucosidi.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizza il succo della pianta ottenuto per spremitura, nella
dose di tre cucchiai al giorno. In sostituzione del
succo si può preparare l'infuso, con 30 g di pianta secca per litro di
acqua bollente. Si prende nella dose di 2-3 tazzine al
giorno. Le preparazioni indicate per uso interno
servono per calmare i dolori intestinali, per la terapia delle bronchiti con
tosse e per togliere le infiammazioni della
gola. Per uso interno si può preparare anche
un decotto di semi: ne occorrono 50 g per litro di
acqua.
- Uso esterno: si utilizza il
decotto, preparato con 50-70 g di foglie secche finemente triturate per litro di
acqua. Si lascia bollire per 10-15 minuti, a freddo si filtra per tela. Il
decotto così preparato serve per fare sciacqui, gargarismi, lavaggi, o
per la preparazione di compresse imbevute da applicare sulle zone infiammate
della pelle e delle mucose. Lenisce le scottature e le punture di
insetti.
- Uso cosmetico: il succo di
piantaggine o il suo estratto trova un impiego particolare quale idratante e
decongestionante della pelle, soprattutto del
viso. L'industria cosmetica utilizza questa pianta
in grande quantità per la preparazione di creme o paste, indicate
soprattutto per le pelli secche e disidratate. Con il succo di piantaggine si
possono preparare maschere emollienti e
idratanti.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le foglie di piantaggine vengono
raccolte al momento del loro massimo sviluppo, in giugno-luglio, staccandole con
le mani o recidendole con un coltello. Si seccano all'ombra disponendole in
sottile strato su graticciati o su setacci all'ombra, in locale ben aerato. Si
conservano in sacchetti di carta o di tela. I semi
si ottengono per battitura delle spighe, che vanno colte al momento della
maturazione, allorché diventano brune, in agosto-settembre. Si conservano
in vasi di vetro scuri chiusi.
Queste parti
della pianta vanno sostituite tutti gli anni. La
coltivazione della piantaggine, qualora si rendesse necessaria, può
essere praticata per semina diretta o per trapianto di piante, che possono
essere prese in natura al termine del periodo
vegetativo. Meglio è partire da seme, anche
se si deve perdere un anno prima di ottenere una produzione buona di foglie e di
frutti. La semina va fatta presto, in primavera o
meglio in autunno, in semenzaio riparato dal freddo con un vetro o foglio di
plastica trasparente. Quando le piantine hanno
raggiunto un'altezza di 3-4 cm, quando sono cioè allo stadio di quattro
foglie, si possono trapiantare in terreno alla distanza di 15 cm l'una
dall'altra, in file distanti 25 cm. La piantaggine
viene bene in qualsiasi tipo di terreno ma necessita di concimazioni bilanciate
ogni anno e si sviluppa più rapidamente in terreno sciolto e ben
drenato. Irrigazioni settimanali sono consigliabili
durante il periodo estivo.
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